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15/05/2014   /   News

Soa: stop alle dichiarazioni in gara con verifiche tre volte l'anno sulle imprese

Le proposte di Unionsoa e Usi in vista della riforma del codice appalti. Ricerca Nomisma: le imprese bocciano l'attestazione svolta dalle stazioni appaltanti gara per gara. Verifica dei requisiti tre volte all'anno per evitare alle imprese di ripetere a ogni gara il rito delle autodichiarazioni. È il cuore della proposta del sistema di qualificazione degli appalti presentato oggi a Roma dalle Soa, le società organismo di attestazione. L'idea è quella di rafforzare il ruolo e le funzioni oggi svolte dalle società private incaricate di selezionare i costruttori abilitati a partecipare alle gare, liberando dalle stesse incombenze stazioni appaltanti e operatori economici, con risparmio di carte e denaro e con benefici anche sul fronte del contenzioso. A illustrare la proposte delle Soa i presidenti delle due associazioni di riferimento delle 26 aziende ancora in attività, Gabriele Sabatosanti per Unionsoa e Marta Ciummo in rappresentanza di Usi «Nel sistema attuale - ha spiegato Sabatosanti - sono le amministrazioni a dover controllare tutte le autodichiarazioni presentate in gara dalle imprese. Noi proponiamo che questo lavoro venga affidato alle Soa. Le Pa dovranno solo controllare la validità dell'attestato. E potranno concentrarsi sull'analisi delle offerte e la selezione dell'aggiudicatario. Saremmo noi a verificare la sussistenza dei requisiti di carattere generale previsti dall'articolo 38 del codice. Le imprese non dovrebbero più presentare quintali di carta a ogni gara. E si ridurrebbe il contenzioso legato a contestazioni di tipo formale». L'idea insomma è il passaggio da un «sistema di qualificazione statico a uno dinamico». Obiettivo da raggiungere attraverso la possibilità di interrogare le banche dati pubbliche. E qui forse si nasconde un punto debole della proposta. Visti i limiti di evidenziati dalle Pa nel processo di digitalizzazione (e propensione alla condivisione) delle informazioni. Soprattutto quelle di tipo più sensibile. Entrano ancora più nel merito delle criticità evidenziate dal sistema di abilitazione delle imprese le altre proposte dettagliate nell'articolato dossier messo a punto dalle due associazioni. Il documento affronta le questioni relative al fenomeno delle cessioni di ramo d'azienda, dell'avvalimento tra società partecipate, alla realizzazione del casellario informatico dei lavori privati. Aspetti delicati, di recente finiti anche all'attenzione della magistratura, per i quali le Soa avanzano una serie di soluzioni operative. Tra le proposte anche nuove soluzioni per il pagamento delle attestazioni e nuovi criteri premiali per la qualificazione basati sulla «reputazione» delle imprese dal punto di vista della specializzazione del personale, delle attrezzature e dell'organico medio posseduto e del rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori appaltati. A corroborare il dossier, una ricerca elaborata da Nomisma fornisce i dati relativi alla "percezione" del ruolo delle Soa dal punto di vista dei costruttori. Secondo la ricerca la maggioranza delle imprese (56%) ritiene l'attività delle Soa utile a snellire le pratiche di partecipazione alle gare e che i requisiti previsti per la qualificazione siano adeguati a rappresentare la capacità produttiva dell'impresa (54%). Percentuali che diventano ancora più nette quando la domanda riguarda l'opportunità di estensione della qualificazione Soa ai lavori privati o l'idea di sostituire le Soa con la qualificazione gara per gara svolta dalle amministrazioni. Alla prima richiesta risponde «si» il 69% delle imprese, alla seconda «no, non hanno le competenze» il 71 per cento.